Sedan igår – eller egentligen i förrgår kväll – pågår bokmässan i Leipzig (13-16 mars). För första gången på fyra år är jag inte där, men jag vill ändå göra er, mina läsare, uppmärksamma på den här högintressanta och läsarvänliga bokmässan.
bild från förra årets besök
![flagga](/wp-content/0.FA.gif @alignright)Tyngdpunkten i årets mässa ligger på kroatisk litteratur. Se här en presentation. Och här finns lista över deltagande kroatiska författare.
Som vanligt riktas en speciell uppmärksamhet mot litteratur från Central- och Östeuropa. Här finns en översikt över årets programpunkter. Klicka på "Mittel- und Osteuropa!
Årets bokpris för ömsesidig inomeuropeisk förståelse(Leipziger Buchpreis zur Europäischen Verständigung) går till den nederländske författaren Geert Mak. Här finns några rader om honom och priset.
Och till sist – här är en länk till mässans huvudsida.
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För dem som inte har något emot att blicka bakåt: De flesta av mina tidigare inlägg om bokmässan i Leipzig:
2005:
Bokmässor: Leipziger Buchmesse
2006:
Jag läser en essä av Jurij Andruchovytj
2007:
Leipziger Buchmesse 2007 – porträttgalleri
Och här sitter jag – och en del andra – förra året och lyssnar på unga författare från Ukraina och Vitryssland:
Synd att du inte kan komma i år! Jag ska till en läsning av Günter Kunert ikväll och eventuellt åka ut till Messegelände imorgon. 🙂
Hej Constanze,
ja, fånigt nog har jag för mycket att läsa – just nu ”Il libro del Cortegiano” av Castiglione – för att hinna med årets bokmässa. Jag hoppas du berättar lite i din blogg om Kunerts läsning och om vad du upplever på mässan – om du hinner. I så fall länkar jag dit under den här texten.
cara bodil,
ti lascio qui il sedicesimo testo, perchè ancora non ho risolto il problema del virus, e non voglio mandarti mail con cui potrei infettarti:
Dove si vedono i segni della nostra ultima notte, è là nella piega sotto il mento come al solito o sul braccio che è stato trattenuto così risolutamente? Ci sono sulla tua pelle segni come sulla mia, i tuoi pensieri sono pieni di queste immagini, scattate tra la rossa dolcezza del vino e la pesante salsedine del sonno? Quando ti vedo bere il tuo caffè del mattino c’è uno splendore nei tuoi occhi che non ho mai visto prima, come di lacrime e di risa in una volta, è là, nei tuoi occhi che devo cercare la prossima risposta o me la darai tu, con le tue di parole? Porto sempre con me questa domanda: Vuoi ancora, ce la fai?
è un po’ ambigua questa frase:
Ci sono sulla tua pelle segni come sulla mia, i tuoi pensieri sono pieni di queste immagini scattate tra la rossa dolcezza del vino e la pesante salsedine del sonno?
ci vorrebbe forse un punto interrogativo a ”sulla mia”, perchè così il periodo è un po’ troppo lungo, e non si capisce subito che anche la seconda frase è una domanda. ho messo una virgola dopo ”immagini”.. non so però mi è lecito.. aggiungendo inoltre un ”anche”.. cioè, sarebbe così:
Ci sono sulla tua pelle segni come sulla mia? anche i tuoi pensieri sono pieni di queste immagini, scattate tra la rossa dolcezza del vino e la pesante salsedine del sonno?
così fila più liscio e perde l’ambiguità.. che ne pensi?
ti abbraccio forte
🙂
ah, dimenticavo:
il verbo essere dovrebbe essere al plurale:
Dove si vedono i segni della nostra ultima notte, sono (invece di ”è” )là nella piega sotto il mento come al solito o sul braccio che è stato trattenuto così risolutamente?
Cara Rossella,
sono d’accordo con te in tutto e per quanto la forma del verbo essere si tratta di una stupidissima svista mia.
Come faccio adesso con l’ultima? Aspetto fin quando hai risolto il problema tecnico o te la mando qui? Come sai non c’è nessuna fretta.
Spero che il tuo computer ”metta giudizio” presto.
Un abbraccio
so che non c’è fretta, ma se aspettiamo il mio pc.. stasera ho ballato ad un galà di danza, e quindi un pensiero me lo son tolto, visto che mi hanno rubato un sacco di tempo le prove. ma da lunedì cominceranno le prove serrate di recitazione, e devo anche partire, non so bene ancora quando e come organizzarmi. spero di sistemare il pc sabato prossimo.. ma non lo so, dipende da se parto o no. perciò se vuoi, forse è meglio sentirci qui con l’ultimo testo.
come preferisci tu. se vuoi possiamo anche aspettare 🙂
ti abbraccio forte
rossella 🙂
Va bene, allora usiamo questo posto come studio. Ho chiesto anche a Thomas se gli va bene e mi ha detto che non abbia assolutamente niente incontrario se ”lavoriamo in pubblico”. Ecco dunque l’ultimo testo. Come sempre ho tenuto la traduzione molto vicina all’originale. Adesso tocca a te togliere le stonature e farlo suonare bene in italiano:
Un forte abbraccio
Att vara den unga kvinnan, att se blixten slå ner i rännstenen, att vända den andra kinden till och bli smekt också där, att se världen rulla vidare och ändå stå kvar, inte som stenstod men som eftertänksamt betraktande, att vara den unga kvinnan också när kalenderbladen gulnat, ung i både den ena och den andra betydelsen, därför att själva livet fordrar det; om inte en redan död gestalt finns inne i den levande kroppen, om inte sucken blivit så djup att syret tagit slut, om inte tårarna gjort seendet omöjligt och dofterna så flyktiga att de inte hinner in i näsborren, ja att vara den unga kvinnan och se Eros komma runt hörnet och möta honom, just där mellan allt och intet.
Di essere la giovane donna, di vedere il lampo colpire il rigagnolo, di volgere l’altra guancia ed essere carezzata anche là, di vedere il mondo continuare a girare e tuttavia rimanere ferma, non come una statua di pietra ma pensierosamente osservando(lo?), di essere la giovane donna anche quando i fogli del calendario sono ingialliti, giovane nell’uno come nell’altro senso, perché la vita lo esige; se non un essere già morto c’è (dimora?) dentro il corpo vivo, se non il sospiro è diventato talmente profondo che l’osigeno è esaurito, se non le lacrime hanno reso impossibile la vista e i profumi così effimeri che non giungono le narici, sì di essere la giovane donna e vedere Eros girare l’angolo e di andargli incontro, proprio lì fra tutto e niente.